Alta Via della Valmalenco: dal rifugio Gerli-Porro a Chiareggio

Tappa straordinaria, per l’ambiente grandioso e per l’interesse geomineralogico degli ambiente attraversati. Percorso selvaggio, in parte su fondo sconnesso, lungo la Val Sissone, è da intraprendere con condizioni di buona visibilità: dal rifugio Del Grande Camerini, raggiunto dopo un breve tratto di roccette (attrezzate) si gode dello spettacolare scenario offerto dalla parete nord del Monte Disgrazia.

Dai rifugi Gerli-Porro e Ventina si scende in direzione nord lungo la mulattiera che collega l’alpe Ventina al borgo di Chiareggio, fino ad incontrare la palina segnaletica in corrispondenza dei due tornanti dove si diparte il sentiero per l’alpe Forbicina che punta inizialmente il torrente Ventina per poi seguirlo parallelo fino al fondovalle. Si supera il torrente con l’ausilio dei ponti che permettono di raggiungere la graziosa alpe Forbicina dove il sentiero si interseca con la strada forestale proveniente da Chiareggio. A questo punto si risale la mulattiera che in breve conduce all’alpe Laresìn formata da poche malghe in parte ristrutturate, da secolari larici e dove si trova il bivio per il vicino rifugio Tartaglione.

Da qui, dove alzando lo sguardo verso sud/ovest compare già maestosa la parete nord del monte Disgrazia, si abbandona l’alpeggio in direzione ovest entrando nella maestosa val Sissone. Si tralascia il sentiero diretto che indica il rifugio Mario Del Grande-Remo Camerini per le alpi di Sissone e si continua lungo il fondovalle superando in discesa il bacino mediano della valle costituito da boschi sconvolti dalle slavine e dalle alluvioni.

Il sentiero ora serpeggiando fra i detriti supera gli ultimi radi cespugli di ontano e guadagna quota sul fianco settentrionale della valle svoltando bruscamente a nord lungo la morena laterale che fronteggia la vedretta del Disgrazia.
Superata la valletta caratterizzata dalla presenza di una lunga cascata, si segue la traccia con segnavia CAI e dell’Alta Via della Valmalenco (triangoli gialli), spostandosi sul pendio a destra della stessa che con notevole pendenza si supera entrando nel valloncello superiore, lo si percorre per metà della sua lunghezza per uscirne sulla sua sinistra (segnalazioni) e portarsi sul crestone erboso che precede le morene superiori della val Sissone. Da qui inizia alzandosi lentamente una lunga traversata verso destra (nord) superando il torrente che scende dal ghiacciaio della Cima di Rosso e il cordone morenico che conduce, con una valletta, alla sella del Sissone di dentro (2438m). Dalla panoramica sella dov’è già visibile il rifugio Mario Del Grande-Remo Camerini si
scende con un tornante e si inizia un lungo semicerchio della valle che ci divide dalla cresta del Ciattè dominati dalla biancheggiante cima di Vazzeda.

Raggiunta l’evidente morena poco sotto il rifugio si incontra il sentiero al quale abbiamo inizialmente accennato proveniente dalla sottostante alpe Sissone, lo si risale con pendenza costante lungo il fianco destro della morena fino all’evidente intaglio segnalato che si raggiunge piegando a destra con maggior pendenza in direzione della paretina attrezzata. Superatala in breve e con facile arrampicata si risale il crestone in direzione nord che in breve conduce al rifugio (2580m). Dal rifugio ci si abbassa rapidamente verso est seguendo i numerosi segnavia e oltrepassando il bivio che indica il passo del Forno, si inizia un lungo traverso che supera le numerose vallette incise dai torrenti che scendono dal ghiacciaio di Vazzeda fino all’evidente grossa morena che con cambio di direzione immette in un lariceto. Lo si supera con numerose svolte fino alla sottostante alpe di Vazzeda superiore (2033m), la si abbandona sulla sinistra per imboccare un ripido valloncello che conduce alla successiva alpe di Vazzeda inferiore (1832m). Si devia bruscamente a destra e si supera il torrente sul ponticello, giungendo al bivio che seguiremo a sinistra per Chiareggio oltrepassando un malinconico lariceto sconvolto da una rovinosa valanga ed entrando successivamente in un fitto bosco che in breve raggiunge il ponte sul torrente Mallero. Superato il ponte si attraversa il bosco lungo la carrareccia per un chilometro e si giunge sul Pian del Lupo e successivamente a Chiareggio, dov’è possibile
trovare ospitalità in alberghi e locande. (1600m).

Alpe Ventina (1960 m.) | Forbicina (1656 m.) | Val Sissone | Rifugio Del Grande Camerini (2600 m.) | Chiareggio (1612 m.)

DETTAGLI ITINERARIO

EE – Itinerario Escursionistico per esperti

Località di partenza: Alpe Ventina (1960 m.)
Località di arrivo: Chiareggio (1612 m.)
Quota massima: 2600 m.
Dislivello di salita: 900 m.
Tempo di salita: 6 ore e 30 minuti
Segnavia: 305
Periodo consigliato: da giugno a settembre
Particolarità: naturalistiche-paesaggistiche

MAPPA DELLA TERZA TAPPA:

VEDI TUTTE LE TAPPE DELL’ALTA VIA DELLA VALMALENCO:
Prima tappa: da Torre Santa Maria al rifugio Carlo Bosio
Seconda tappa: dal rifugio Carlo Bosio al rifugio Gerli-Porro
Terza tappa: dal rifugio Gerli-Porro a Chiareggio
Quarta tappa: da Chiareggio al rifugio Palù
Variante Quarta Tappa: dal rifugio Longoni al rifugio Marinelli Bombardieri
Quinta tappa: dal rifugio Palù al rifugio Marinelli Bombardieri
Variante Quinta tappa: dall’Alpe Musella al rifugio Marinelli Bombardieri
Sesta tappa: dal rifugio Marinelli Bombardieri al rifugio Bignami
Settima tappa: dal rifugio Roberto Bignami al rifugio Cristina
Ottava tappa: dal rifugio Cristina a Torre di Santa Maria

Rifugio Gerli Porro
Rifugio Gerli Porro
Alpe Vazzeda Inferiore
Alpe Vazzeda Inferiore
Rifugio Del Grande Camerini
Rifugio Del Grande Camerini
Monte Disgrazia
Monte Disgrazia

ALTA VIA DELLA VALMALENCOSENTIERO ITALIACHIAREGGIOGHIACCIAIO DEL VENTINA

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