La nascita del Cervino

Anticamente – dice la leggenda – i monti non erano merlati di vette e con i profondi solchi delle vallate. Al contrario erano una muraglia uniforme, alta come le più alte cime. Al di qua delle Alpi esisteva un paese felice. I giganti che lo abitavano erano gente pacifica, dedita più ai piaceri della tavola che ai rischi della guerra. Il loro re si chiamava Gargantua.

Un giorno Gargantua organizzò un grande banchetto a cui invitò tutti i suoi sudditi. Mandrie intere furono macellate e cotte su spiedi di dimensioni mai viste e occorsero convogli di carri carichi di barili di vino per soddisfare la sete degli invitati.

Fu una festa tale che l’eco è giunta fino ai giorni nostri. Alla fine del banchetto, mentre molti giganti russavano, vinti dal troppo cibo e vino, Gargantua venne colto da una curiosità: “Cosa si celava oltre i monti? Quali paesi, quali strane genti al di là di quell’immensa muraglia opprimente che erano le Alpi?”.



Decise allora di partire per andare a vedere. Inutilmente i suoi saggi consiglieri gli ricordarono che sulla cima dei monti i demoni avevano la loro dimora e aggredivano con terribili scariche di pietre chiunque vi si fosse avventurato. E che draghi mostruosi, con l’alito avvelenato, erano nascosti nei laghi ai piedi dei monti, messi a sentinella per impedire ai mortali di avvicinarsi.

Gargantua fu irremovibile, sicuro della propria forza e reso imprudente dai vino partì verso quella che oggi chiamiamo Valtournanche. Fu un viaggio tranquillo, a dispetto dei consigli. I demoni, forse preoccupati della statura enorme di Gargantua, si presero un giorno di vacanza e il nostro buon re iniziò, in tutta tranquillità, la scalata.

Con i suoi passi smisurati in poco tempo fu sulla sommità e li si piantò, a gambe divaricate, per ammirare il panorama d’oltrealpe. Ai suoi occhi di gigante tutto apparve minuscolo, gli chalets, le mucche al pascolo e gli uomini che lavoravano nei campi.

Mentre guardava meravigliato quel mondo uguale al suo, ma in miniatura, i monti che lo reggevano cedettero al peso e, con grande boato di frana, si sbriciolarono. Quando il vento spazzò il polverone, Gargantua vide che le Alpi in quel tratto erano crollate e l’unico bastione rimasto intatto era quello che si trovava tra le sue gambe allargate. A questo il Cervino deve la sua forma a piramide.

Fonte: permontagne.com

LEGGI ANCHE:

La leggenda dei “sempreverdi”
La leggenda dei tre laghetti color turchese
La tana de l’urs
La leggenda di Re Laurino

MONTE CERVINORACCONTI E LEGGENDE

103 Condivisioni