Bivacco Forcola

Il bivacco è situato nella parte alta della valle della Forcola presso l’omonimo alpeggio e gode di uno splendido panorama sulla piana dalla bassa Val Chiavenna fino al Lago di Novate Mezzola e sui monti circostanti tra i quali spicca l’aspra piramide del Pizzo di Prata (m. 2727).

Gruppo Montuoso: Valchiavenna (Italia)
Valle: Valle della Forcola



DIFFICOLTÀ

E

Itinerario Escursionistico 
Itinerario che si svolge su terreni di ogni genere, oppure su evidenti tracce su terreno vario (pascoli, pietraie, detriti), di solito con segnalazioni. Possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua dove, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppa a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Può avere singoli passaggi, o tratti brevi su roccia, non esposti, non faticosi ne impegnativi, grazie alla presenza di attrezzature (cavi, scalette, pioli) che però non richiedono l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, ecc). Richiede un certo senso d’orientamento, una certa conoscenza ed e esperienza di ambiente alpino, allenamento alla camminata, calzature ed equipaggiamento adeguati.

ALTRE INFORMAZIONI
Località di partenza: Voga di Menarola
Quota di partenza:  1040 m  |  Dislivello: 800 m  |  Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 minuti
Periodo di Apertura: Sempre aperto
Posti letto: 12 posti
Gestione:  Pro Loco di Menarola
Tel. +39 0343 32966 | +39 0343 42485

COME SI RAGGIUNGE


Con la s.s. 36 superiamo Verceia, Novate, Somaggia e S. Cassiano e poi prendiamo lo svincolo a sinistra per Gordona.
Proseguiamo poi per Menarola imboccando la provinciale 3 sulla sinistra, dopo un ponte sul torrente Crezza.
La strada collega le varie frazioni di Menarola e dopo Coloredo inizia a salire nel bosco. Superiamo l’isolato municipio del comune e successivamente le frazioni di Castanedi, Foppo di dentro e di fuori. Poco prima di arrivare a Voga troviamo un bivio: la strada prosegue sulla destra (Strada per Maggenghi) come pista silvo pastorale ma il traffico è consentito solo agli automezzi autorizzati.
Possiamo percorrere un breve tratto sulla sinistra (Via Voga) e lasciare la macchina in uno dei due parcheggi (m. 1038).
Tornati al bivio, iniziamo a salire lungo la stradina asfaltata. Procedendo con lieve pendenza superiamo un tavolone in legno con delle panche e alcune vecchie baite. Ignoriamo poi la stradina sulla sinistra per Cermine e il sentiero sulla destra per Cigolino. Presso un tornante troviamo un altro tavolo con panche e poco più avanti la costruzione dell’acquedotto.
Dopo aver superato alcune case e un traliccio dell’alta tensione (m. 1150); un segnavia sulla sinistra indica l’inizio del sentiero D4 (Dardano a 0.30, Alpe Buglio a 0.50, Passo Forcola a 2.45).
Potremmo anche continuare lungo la strada, che in seguito alterna tratti su fondo in cemento ad altri su sterrato, ed arriva fino a Dardano. Però allungheremmo il cammino a causa dei lunghi tornanti. Meglio prendere il sentiero; i due percorsi si riuniranno nei pressi di un altro traliccio, poco prima della fine della strada.
Seguendo i segnavia a bandierina di colore rosso bianco rosso, iniziamo a salire nel bosco, dapprima in modo lieve e poi più ripidamente.
Troviamo un bivio poco evidente (m. 1218) ove una palina segnavia indica: a sinistra il sentiero D4 per Dardano a 0.20, Buglio, il Passo Forcola a 2.35; e a destra il sentiero D1 per Cigolino a 1.30, Sommarovina a 2, Olmo a 2.30.
Troviamo un rivolo d’acqua che si immette sul sentiero e lo bagna per alcuni metri.
Ora il cammino si fa più ripido. Ad un bivio ignoriamo un sentiero che procede diritto verso alcune baite e giriamo a destra. Al bivio successivo andiamo a destra verso un traliccio passando sotto il quale ci riportiamo sulla stradina sterrata.
Prendiamo a sinistra e in piano arriviamo alle baite di Dardano (m. 1334).
Qui troviamo due sentieri: ignorato quello di sinistra che porta all’Alpe Scima (m. 1875), prendiamo quello che sale alla destra della fontana.
Il sentiero, tra larici e betulle, si divide e riunisce alcune volte.
Troviamo poi due cartelli in legno che indicano Forcola davanti a noi.
All’uscita dal bosco ci troviamo all’Alpe Buglio (m. 1544).
Passiamo poco più in basso rispetto a una croce in legno e alle baite (alcune abitate durante il periodo estivo), e raggiungiamo una fontana.
Ci fermiamo un attimo per dissetarci e per ammirare il panorama sulla sottostante vallata e sulla cerchia dei monti circostanti.
Riprendiamo il cammino verso i larici alla nostra sinistra. Dopo un tratto quasi in piano, ci abbassiamo di una diecina di metri.
Oltrepassiamo un ruscelletto che scende dalla montagna e poi risalendo alcuni gradini raggiungiamo un cancello di legno (m. 1570).
Apriamo e richiudiamo il cancello, come richiesto da un cartello, superiamo un altro ruscelletto e continuiamo a mezza costa in lieve salita verso la testata della valle. Sull’altro versante vediamo una cascata.
Dopo alcuni ripidi tornantini iniziamo a vedere il passo Forcola davanti a noi mentre su un dosso alla nostra sinistra distinguiamo le baite dell’Alpe Forcola e tra esse sulla destra il bivacco.
Superiamo un terrapieno che dovrebbe fare da letto ad un torrente che troviamo in secca e raggiungiamo un cancello in ferro (m. 1750).
Un cartello ci da il benvenuto all’Alpe Forcola. Apriamo e richiudiamo anche questo cancello e continuiamo in piano passando tra parecchi cespugli di rododendri e di mirtilli. Alcune tane nel terreno ci rammentano la presenza delle marmotte che infatti, di tanto in tanto, sentiamo fischiare.
Sull’altro versante vediamo una cascatella. Raggiungiamo un masso sul quale è dipinta una freccia verso sinistra e la scritta: Bivacco F.
Guadiamo il Crezza, che in questo punto è un piccolo torrente; di solito è sufficiente camminare sui sassi che affiorano. Potremmo anche proseguire per alcuni metri e girare più avanti prendendo un altro sentiero parallelo.
Sull’altro versante risaliamo un dosso oltrepassando in successione altri quattro rivoli che scendono e vanno a gettarsi nel torrente.
Infine arriviamo all’alpeggio; il bivacco è la prima costruzione.
Fonte: diska.it

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